lunedì 22 settembre 2014

LA CRITICA DEL LUNEDI' /3

Immagine tratta da repubblica.it e modificata su befunky.com
- La copertina va al Verona, un Hellas di lotta di sofferenza, che dopo 3 gare è terzo in solitudine. Non fa le bollicine come la passata stagione, ma si difende in maniera veramente efficace, sfruttando tutta l'esperienza e la leadership di Rafa Marquez. La squadra non si è imbolsita, e dà battaglia su ogni pallone sprizzando umiltà da tutti i pori, nonostante un 2013/14 esaltante. E' anche matura nell'approfittare di una "Padellata" e di un rigore sbagliato dal Toro. Bravo Mandorlini, che a Verona ha trovato la sua dimensione.
- Juve e Roma viaggiano a braccetto, 9 punti, 0 gol subiti. Continuando la saga del "primo, non prenderle". Incontrano un Milan e un Cagliari ugualmente intimoriti psicologicamente dalla forza degli avversari. Quest'anno va così in Campionato. Gli avversari hanno paura, e bianconeri e giallorossi vanno sul velluto. La Roma sta vincendo anche con il turnover, la Juve pare un gradino più autoritaria e consapevole rispetto all'era Conte. Pare questo il merito di Allegri: la Vecchia Signora quest'anno sa di essere forte, e non ha bisogno di dimostrarlo correndo impazzita al 110%. Gestisce, subisce meno, si diverte. E tutto senza Pirlo, Barzagli e Vidal.
- Capitolo Milan. Pippo Inzaghi è uno che in carriera ha sempre vissuto per il gol, per segnare. Ma il suo Diavolo è senza punte, gioca con un tridente mascherato (El Shaarawy-Menez-Honda) e contro la Juve si è difeso senza pudore a tutto spiano. Nel suo Milan lui non avrebbe trovato spazio. E avrebbe detestato un tecnico così "difensivista". Come mai questa metamorfosi da tecnico? Ok la coscienza dei propri limiti e il voler giocare in contropiede, ma contro i rossoneri sembravano una squadra che si difendeva senza alcun piano a breve termine. Mal congegnate le ripartenze, si soffre moltissimo il centrocampo muscolare e poco creativo. Servirebbe un piede educato per lanciare le tre frecce offensive. Ora Pippo non deve perdere la bussola, nè farsi prendere dall'ansia. E continuare a costruire, e a crescere lui stesso, per osare ogni partita un po' di più.
- L'Inter in trasferta non vince. Pari a Torino e pari a Palermo. Le prime due fanno un Campionato a parte, quindi l'Inter è in media punti perfetta per il terzo posto. Niente allarmismi. Probabilmente si è risentito delle fatiche europee di giovedì, specie in alcuni uomini (Icardi e D'Ambrosio in primis). Nei nerazzurri è esploso Kovacic, per la gioia dell'ego di Mazzarri, ma allo stesso tempo Hernanes sembra vivere la parabola implosiva di Guarin. Il brasiliano, come il colombiano, è atteso partita dopo partita, e si sta dimostrando uno che "potrebbe, ma...". Peccato, perchè nelle prime stagioni italiane sembrava un giocatore veramente bravo. Ma si sa, i brasiliani all'improvviso diventano svogliati.  
- Benitez ricorda Tafazzi, l'autolesionista protagonista di Mai dire Gol di qualche anno fa. Il turnover non ha mai funzionato da quando siede sulla panchina del Napoli. Ieri presenta un terzetto dietro Higuain francamente impresentabile: Zuniga (fuori ruolo), Michu (un fantasma) e Insigne. 2 sconfitte con Chievo e Udinese su 3 gare. E capolinea in vista.
- Ventura e Zeman sono i decani della Serie A (66 e 67 anni) e viaggiano insieme sul fondo della classifica. In attesa di Cagliari-Torino di mercoledì. Potrebbe essere già un primo crocevia stagionale. Il problema è il gol: per il Toro sono 0 su 3 partite, con 2 rigori sbagliati e uno 0-0 in Europa League; per il Cagliari 1 rete su azione in 3 gare. I due predicano calma, ma a Torino già si sentono i primi fischi, e a Cagliari il boemo sta constatando che "i giocatori non lo capiscono". In bocca al lupo!

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