giovedì 18 settembre 2014

L'ATTEGGIAMENTO DEGLI ALTRI

Immagine tratta da sky.it e modificata su befunky.com
Titoli festanti per l'Italia da Champions.
I nostri migliori prodotti calcistici da esportazione, il 3-5-2 della Juventus e il 4-3-3 della Roma, hanno furoreggiato contro Malmoe e Cska Mosca. 
Due belle vittorie, nette e parse addirittura facili, tanto semplici da consentire uno sguardo ottimistico sui prossimi impegni europei.
Finalmente il calcio italiano è tornato, si sussurra. 
Le nostre squadre sono forti, giocano bene, hanno l'atteggiamento giusto per questa Champions, aggiungono altri.
Beh, non avremo un gran livello medio, ma Juve e Roma hanno grandi giocatori, che in Europa sono tra i migliori, Tevez, Totti, Pirlo, Gervinho, sogghignano gli esperti.
La chiave di lettura del 2-0 bianconero e forse soprattutto del 5-1 giallorosso sta però negli avversari.
Non tanto nella loro forza, poichè era risaputo che non fossero tra le top del torneo (ma in anni passati si è toppato anche contro club meno blasonati, basti chiedere a Conte), quanto piuttosto nel loro atteggiamento.
Si faccia mente locale sulle ultime due gare di campionato di Juve e Roma, contro Udinese e Empoli. E si pensi a come il Malmoe e il Cska Mosca hanno affrontato le nostre squadre.
Udinese ed Empoli erano ad un passo dal catenaccio. Si entra in campo, ci si chiude, in 11 dietro la linea della palla, e si spera nella difesa "a muro" e in qualche sporadico contropiede condotto con 2-3 uomini non di più, per paura di scoprirsi.
Tutti dietro, densità a mille. Il che produce ritmi blandi e lunghi tratti di palleggio senza sbocco da parte delle big. 
In Europa no. Hai più spazio, le marcature sono meno serrate, e fioccano i colpi di tacco in area di Asamoah, le fughe a campo aperto di Gervinho.
In Champions le avversarie, essendo squadre abituate a vincere in patria, ti affrontano in maniera più "easy", più a viso aperto.
Permettono a Juve e Roma di giocare a ritmi più elevati, proprio in virtù del concetto del "giocarsi la partita". In Italia si parte sapendo già il canovaccio della gara, la squadra piccola si chiude, tutti a protezione della porta, e per segnare si fa una fatica incredibile. Il ritmo si rallenta, e il match spesso si fa soporifero. Tutto per evitare i 7-0 a San Siro del Sassuolo contro l'Inter o le celebri imbarcate della difesa di Zeman. Meglio catenaccio e magari si rimedia il punticino, che andare da "scavezzacollo" a cercare di giocarsela.
Non è tanto un problema di intensità o ritmo, quanto piuttosto dell'atteggiamento degli avversari. Ecco la chiave dei trionfi della prima giornata di Coppa.

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne pensi?