lunedì 11 agosto 2014

IL MONDO ALLA ROVESCIA

Immagine tratta da gazzetta.it e modificata su befunky.com
"Ha vinto la democrazia!" esclama soddisfatto Tavecchio, al termine della (scontata) elezione a Presidente della Figc. 
Democrazia? E che c'entra il popolo e il governo del popolo, con tutte queste lotte di potere intestine alla Federazione? Niente, zero. Nessuna voce in capitolo. Tav è piena espressione dei poteri forti, è un governo dei vecchi, ma non dei più saggi.
Il popolo, quello vero, quello che va allo stadio, che perde tempo nei bar a parlare di pallone, a Tavecchio non voleva vederlo manco in cartolina, e neppure per scherzo.
Ma ora è lì, e ci starà per due anni. E le riforme del sistema calcio e dei campionati sono in mano a lui e a chi ha lottato strenuamente per farlo eleggere, anche a fronte di un'evidente inadeguatezza.
"Con le parole non sono mai stato a mio agio" proclama nel discorso di ringraziamento. Miglior base per eleggere un Presidente che deve cambiare tutto non può esserci!
Una rivoluzione che deve partire dalla Nazionale per scendere a cascata sui giovani, le riforme dei campionati e deve respingere l'invasione degli stranieri scarsi. 
Eleggere un 71enne, con varie condanne, non a suo agio con le parole, per cambiare tutto è quantomeno bizzarro. A meno che non sia un pupazzo e venga mosso da un ventriloquo.
Un ventriloquo o sedici ventriloqui, dato che 16 squadre su 20 di Serie A hanno scritto Tavecchio al momento della terza votazione, come sogghigna sornione Galliani (fonte Gazzetta). 
Sorprende infine la Juventus. Una volta era il centro decisionale del calcio. Tutto passava per gli Agnelli e i Moggi della situazione. E ora? Andrea Agnelli è stato uno dei pochi sempre rimasti a fianco di Albertini, megafono principe del dissenso anti Tav. Ma quasi nessuno lo ha seguito, non ha smosso voti. Anzi, è stato pure deriso da Preziosi, che forte della sua lobby pro Tav, ha sparato che "Agnelli si è presentato in ginocchio per chiedere un posto in Consiglio Federale". 
Un Agnelli dalla parte del popolo e non del Palazzo, che non comanda in Federazione, che non sposta voti tra i suoi colleghi Presidenti, che si schiera apertamente per il cambiamento e contro le lobby di potere, fa davvero riflettere. 
Associamo questo a un 71enne eletto per cambiare tutto. 
In Italia il mondo sta davvero andando al contrario. 

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