giovedì 9 agosto 2012

PUNTO OLIMPICO N. 12

Immagine tratta da ilmondodipatty.it
Comincia il conto alla rovescia per la conclusione di questa edizione 2012 dei Giochi Olimpici. Siamo alla dodicesima giornata di gare, ne mancano quattro alla fine. Vediamo i nostri migliori e peggiori di oggi.
I MIGLIORI
Sarah Attar (atletica): Per una volta, a meritare la prima pagina non è una campionessa affermata, bensì una ragazza che probabilmente non diventerà mai un fenomeno, ma oggi ha scritto una pagina importante di sport e si è meritata la nostra attenzione. Sarah sta per compiere vent'anni, è "specializzata" se così si può dire negli 800 metri, viene dall'Arabia Saudita ed è una delle due atlete, insieme alla judoka Shaherkani, a rappresentare per la prima volta il suo Paese in campo femminile in un'edizione dei Giochi Olimpici. Oggi nessuno si aspettava nulla di straordinario da lei, che seguendo il rigido costume islamico si è presentata al via con il velo e una lunga tuta per coprire braccia e gambe. Ha corso la sua batteria di qualificazioni con un tempo molto alto, oltre 40 secondi in più della vincitrice, ma pur arrivando per ultima ha ricevuto il caloroso applauso e il sostegno di tutto lo stadio. Lei ha ringraziato tutti con un sorriso, senza badare al tempo: insieme alla sua collega judoka, ha già scritto una pagina importante di storia, non solo sportiva.
L'Italvolley (pallavolo): Ieri eravamo distrutti per l'ennesima delusione arrivata dalla formazione femminile, oggi invece celebriamo quella che è ormai una vera certezza dei Giochi Olimpici: la squadra maschile italiana. Dopo le ultime, deludenti prestazioni in girone contro l'Australia e la Bulgaria, in pochi avevano ancora fiducia nei nostri ragazzi, chiamati a compiere l'impresa contro i fortissimi Stati Uniti, campioni a Pechino e tra i favoriti per la vittoria. Il successo è arrivato, addirittura con un secco 3-0 e solo il primo set combattuto e vinto ai vantaggi, mentre negli altri parziali gli americani hanno potuto poco o nulla contro i nostri ragazzi. Oggi hanno giocato tutti alla grande, soprattutto in attacco con Zaytsev, Lasko e Savani a fare la voce grossa e Travica ottimo nel distribuire i palloni. Nonostante il calo di talenti e le difficoltà incontrate negli anni dal nostro movimento pallavolistico, gli azzurri raggiungono le semifinali del torneo olimpico per il quinto anno consecutivo, mostrandosi tra i migliori del Mondo, una dimostrazione di forza e maturità da fare invidia a molti.
Il Settebello (pallanuoto): Per una formazione che è abituata ormai ai piazzamenti importanti nelle Olimpiadi, eccone un'altra che invece torna tra le migliori del Mondo a 16 anni di distanza dall'ultima volta. Era dai tempi del mitico Ratko Rudic e della generazione di fenomeni in calottina azzurra che il Settebello non entrava in una semifinale olimpica: allora si giocava ad Atlante, e in vasca per gli azzurri c'era Sandro Campagna, attuale allenatore e condottiero di questa squadra nuovamente competitiva. Contro i maestri ungheresi, campioni delle ultime 3 edizioni dei Giochi Olimpici, gli azzurri hanno sfoderato una grande prova di squadra, riuscendo a imporsi al termine di una sfida molto tirata ma che ha visto i nostri sempre in controllo della situazione. Ora c'è la Serbia, squadra temibile ma già affrontata e battuta un anno fa, nella finale dei Mondiali: una sfida sicuramente difficile, ma con questo gruppo non è vietato sognare.
Warren Weir (atletica): Quando hai davanti dei mostri sacri come Powell, Bolt e Blake è difficile riuscire ad emergere e ad esprimersi su grandi livelli, soprattutto se non sfrutti le opportunità che ti si presentano. Oggi questo giovane sprinter giamaicano ha confermato quanto di buono aveva fatto vedere ieri nelle batterie dei 200 metri, correndo la sua semifinale con buon ritmo e ottenendo un tranquillo secondo posto che gli vale la finale di domani sera. Coetaneo di Blake, si era guadagnato la partecipazione a queste Olimpiadi con un terzo posto nei Trials giamaicani, proprio nella gara che aveva visto l'incredibile sconfitta del re Bolt e aveva messo un po' in allarme tutti i suoi tifosi. Ironico davanti alla telecamera come tutti i suoi connazionali, non ha sentito minimamente la pressione e ha confermato di possedere ottime doti, tanto che qualcuno ha iniziato a sognare una tripletta giamaicana nella finale. Vedremo se domani saprà stupire ancora.
I PEGGIORI
Silvia Salis (atletica): Chiariamolo subito, nessuno si aspettava una medaglia e tanto meno una vittoria dalla lanciatrice di martello ligure, che pure negli ultimi anni aveva ottenuto risultati discreti, come il settimo posto agli Europei di due anni fa e il nono ai Mondiali dello scorso anno. Oggi però Silvia ha deluso molto le aspettative, perché la possibilità di entrare in finale e di migliorare il piazzamento di Pechino 2008 c'era. L'azzurra però non è mai sembrata a suo agio, ha effettuato un primo lancio fuori dal perimetro valido, un secondo contro la rete di protezione, e il terzo e ultimo che ha ancora toccato le reti, fermandosi alla misura di 10 metri e poco più, molto meno dei 70 metri che erano abbondantemente alla sua portata. La ligure ha pagato un netto calo atletico dopo una brillante prima fase di stagione, ha provato a dare il massimo nonostante tutto ma ha finito per essere solo imprecisa, e ha chiuso la sua esperienza olimpica ampiamente insoddisfatta. Un vero peccato, avrebbe meritato un risultato migliore.
La squadra francese (basket): Lo dicono tanti esperti da parecchi anni a questa parte: se i suoi talenti imparassero a giocare di squadra e a sacrificarsi tutti insieme per un obiettivo comune, la Francia sarebbe un avversario temibile per chiunque. Dall'anno scorso, in vista proprio di queste Olimpiadi, i vari Parker, Diaw, Batum e Turiaf sembravano aver capito tutto questo, avevano ottenuto un secondo posto agli Europei e sembravano finalmente in grado di far diventare un ottimo gruppo di singoli una vera squadra. Oggi con la Spagna avevano l'occasione della vita di entrare nella storia, visto il loro stato di forma in crescendo e il momento un po' complicato della squadra iberica. Invece, dopo aver fatto un'ottima metà di gara, i francesi si sono persi nell'ultimo quarto, quando hanno segnato solo 6 punti, con forzature e troppe giocate individuali, lasciando di fatto la vittoria alla Spagna. A ciò si aggiunge il nervosismo nel finale, con due falli durissimi di Turiaf e Batum che non hanno giustificazioni e meritano una punizione esemplare. Davvero un pessimo modo per chiudere l'Olimpiadi.
Veronica Campbell-Brown (atletica): Per una volta, la Giamaica che sta dominando il panorama della velocità mondiale è uscita da una gara senza la medaglia dal metallo più pregiato. Nella gara femminile dei 200 metri in tanti si aspettavano una grande gara dalla Campbell-Brown, campionessa giamaicana nella specialità e già due volte campionessa olimpica su questa distanza. A sorpresa, invece, per la sprinter è arrivato un deludente quarto posto, che l'ha relegata ai piedi del podio e ha cancellato le sue speranze di un tris olimpico. E' vero che negli ultimi anni le sue prestazioni erano un po' in calo, e che in pista c'erano tante rivali agguerrite, una su tutte la vincitrice e specialista americana Allyson Felix, ma finire addirittura senza medaglia è stato davvero deludente per una campionessa come lei. Una delusione insomma, dopo il terzo posto quasi a sorpresa nei 100 metri, che non sono mai stati la sua distanza. Vedremo se nella staffetta 4x100 riuscirà a riscattarsi e a prendersi il primo oro di queste Olimpiadi.
Dayron Robles (atletica): E' probabile che qualcuno andrà a gettare del sale sui blocchi di partenza dei 110 ostacoli: dopo il clamoroso e sfortunato infortunio del campione cinese Liu Xiang, caduto un attimo dopo lo start e costretto ad abbandonare la pista su una gamba sola, ieri è stato il turno della medaglia d'oro di Pechino, Dayron Robles. Il cubano, reduce da una stagione discreta anche se non positiva come in passato, puntava su questa gara per provare a tornare tra i migliori della disciplina, dopo alcune prestazioni non all'altezza in passato e soprattutto la discussa squalifica dei Mondiali dello scorso anno, quando aveva ostacolato Liu Xiang. La vittoria sembrava comunque una chimera, viste le grandi prestazioni degli americani Merritt e Richardson, ma con l'uscita di scena del rivale cinese le speranze di ottenere almeno un podio e onorare l'oro di quattro anni fa c'erano. Invece, Robles non è riuscito a terminare la gara, si è fermato poco dopo la metà per un infortunio muscolare alla coscia, e così ha chiuso nel modo peggiore la sua esperienza in queste Olimpiadi. Da oggi in poi, potrebbero autorizzare tutti i partecipanti a questa gara a portarsi un talismano sui blocchi: visti i tanti infortuni e gli errori, potrebbe tornare utile...

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