venerdì 30 marzo 2012

LA GIALLA JORDAN

La premiazione postuma di Fisichella nell' ultima vittoria Jordan del 2003.


Compie oggi 74 anni l' irlandese Eddie Jordan. Imprenditore e fondatore della scuderia di F1 Jordan, uno degli ultimi costruttori privati di successo apparsi nella massima formula dell' automobilismo negli ultimi vent' anni. 
Giusto ieri, è stato nominato dalla Regina Elisabetta, membro dell' Ordine dell' Impero Britannico, a dimostrazione del prestigio raggiunto nel corso degli anni grazie alla sua attività nel mondo dei motori e anche grazie alle sue attività di carità.
Jordan inizia a far gareggiare una vettura con il suo nome sul finire degli anni 80 nelle formule minori, in Formula Tre e Formula 3000 in particolare, alfieri della scuderia in quegli anni saranno piloti con un brillante futuro in F1: Martin Brundle, Johnny Herbert (che conquista il titolo nel 1987) e Jean Alesi (campione del 1989 di Formula 3000).
Nel 1990 ottiene l' iscrizione al Mondiale di F1 per l' anno successivo dalla FIA, assume Gary Anderson come progettista, acquista un motore Ford, e la sua prima line-up di piloti sarà composta dall' esperto Andrea De Cesaris e la promessa belga Bertrand Gachot.
Il Gp del Canada 1991 porta i primi punti alla vettura color verde: De Cesaris 4. e Gachot 5., la stagione su un altalenante susseguirsi di buone prove e gare con problemi di affidabilità.
Al Gp d' Ungheria 1991 Gachot segnò il primo giro veloce in gara della scuderia, ma pochi giorni dopo incappò in un' incredibile vicenda giudiziaria, che lo portò in carcere. Al suo posto, grazie a 150000 dollari sborsati dalla Mercedes, andò in macchina un certo Michael Schumacher per la gara di Spa. Settimo in griglia il giovane tedesco attira lo sguardo di molti team manager, e, grazie ad una piega del contratto, Flavio Briatore, lo mise sulla Benetton sin dal Gp successivo.
Finirono la stagione il brasiliano Roberto Moreno e l' italiano Alex Zanardi.
Solo un punto per la Jordan Yamaha del 1992, frutto di un 6. posto nella gara di chiusura dell' italiano Modena, al quale venne affiancato il brasiliano Mauricio Gugelmin.
Nel biennio 1993-1994, arrivò l' esordiente Rubens Barrichello a guidare la Jordan Hart di colore blu, binomio particolarmente fortunato: il pilota e la vettura crebbero insieme e giunse il primo podio, nel Gp del Pacifico 1994.
Come secondi piloti ricordiamo Ivan Capelli, Aguri Suzuki, Thierry Boutsen e l' irlandese Eddie Irvine.
Con l' arrivo dei propulsori Peugeot (1995-1996-1997), la scuderia consoliderà il suo classico 5. posto tra i costruttori, nel 1995 sarà guidata da Barrichello e Irvine (con un 2. e 3. posto nel Gp del Canada 1995), nel 1996 sempre da Rubens affiancato da Martin Brundle (nessun podio), e nel 1997 i piloti saranno Ralf Schumacher e Fisichella (un podio per il tedesco, due per l' italiano, 2. nel Belgio 1997).
I tempi sono ormai maturi per un salto di qualità: nel 1998 la Jordan monta i motori Mugen Honda, arriva Damon Hill in scuderia, dapprima affiancato dal piccolo Schumacher, poi da Heinz Harald Frentzen.
Il fortunato Gp del Belgio 1998, porta la prima vittoria ed assieme la prima doppietta per la gialla Jordan, 1.Hill  2.Frentzen.
Il 1999 è il migliore anno per la scuderia, infatti chiude al 3. posto tra i costruttori, con Frentzen terzo anche tra i piloti, che si ritrova a battagliare per il Mondiale grazie a brillantissimi piazzamenti.
In Francia e in Italia il tedesco conseguì le 2 vittorie di quella stagione, ed altri 4 podi. Ottimi risultati per la squadra, ai quali fecero da contraltare quelli di Hill, avviato ad un apparente declino (solo 4. a San Marino).
Dal 2000 un rapido declino, due quinti e un sesto posto tra i costruttori, motori passati dal Mugen Honda all' Honda ufficiale. Solo due podi nel 2000, nessuno nel 2001 e nel 2002.
Viene assunto Trulli, si consuma il divorzio da Frentzen, per qualche gara corre Jean Alesi, ritorna Fisichella e a lui viene affiancato il pupillo Honda Sato.
Il 2003 è l' anno che segna l' ultima vittoria della Jordan, e segna paradossalmente, la fine dei sogni di gloria della scuderia. Cominciano a mancare i soldi per proseguire, come motore si acquista un vecchio Ford, al fianco di Fisichella ci sono solamente piloti paganti come Firman, Baumgartner, Wirdheim e Motoyama.
Ma il romano Fisichella riesce nell' impresa di conquistare una vittoria inaspettata nel Gp del Brasile, sotto una pioggia torrenziale, che mandò in confusione perfino i cronometristi, che assegnarono a lui a vittoria solo qualche giorno dopo.
Il 2004 e il 2005 furono gli ultimi due per la Jordan, che si assestò tra le ultime scuderie del lotto, in due stagioni alla guida si alternarono 9 piloti (Heidfeld, Pantano, Glock, Doornbos, Monteiro, Karthikeyan, Montagny, Kiesa, Yamamoto).
Ma nell' ultima stagione giunse clamorosamente anche l' ultimo podio: il 3. posto di Thiago Monteiro nel Gp degli Stati Uniti (che vide solo 6 partecipanti causa pneumatici Michelin cedevoli). L' ultimo punto arrivò invece nel sempre fortunato per la Jordan, Gp del Belgio, con l'8. posto sempre del portoghese.
Una bella storia di un costruttore privato, che ha fatto esordire molti piloti dal brillante futuro, che ha costituito, specie negli anni 90, un personaggio caratteristico e di riferimento per la F1.



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