martedì 27 marzo 2012

STRAFALCIONI NERAZZURRI


Da poche ore, il patron dell' Inter Massimo Moratti, ha dato il benservito a Claudio Ranieri, colpevole di un girone di ritorno orribile (6 punti sinora), il giorno dopo la sconfitta contro la rivale storica della Juventus per 2-0.
E' il terzo cambio di allenatore per la squadra nerazzurra in questa stagione, sintomo di totale confusione nel progetto tattico e di una squadra ormai svuotata e difficile da rivitalizzare.
Dopo Mourinho il nulla: una squadra che è invecchiata progressivamente, un ricambio generazionale fallito o abortito (basti pensare alle cessioni di Santon e Balotelli, un Ranocchia in piena involuzione, Coutinho spedito all' Espanyol a maturare). Un undici di base molto simile a quello del triplete, con i soli Nagatomo al posto di Chivu (ancora in rosa), e Pazzini o Forlan al posto di Eto'o, che già nel magnifico 2010 sarebbe stato più debole di quello titolare, e in più con due anni sul groppone.
Non è Sneijder il problema, è un problema generale, di concentrazione, di fame, di una difesa che si imbambola troppo spesso, di un centrocampo che rincorre a vuoto gli avversari, di attaccanti dalle polveri bagnate.
Il problema non era Gasperini, anche se con il suo 3-4-3 mal digerito dalla squadra ci ha messo molto di suo, e non è neppure Ranieri, che con il suo fare da gentleman non è riuscito a dare uno straccio di gioco nè di anima ai nerazzurri.
L'Inter si avvia stancamente alla fine di questa stagione, e la ricostruzione dovrà partire da un progetto tattico convincente, e da una rosa che non dovrà risentire della riconoscenza agli eroi del passato recente. Molti giocatori sono oltre i 30, bisognerà ridare linfa vitale a giocatori ormai sconsolati e demoralizzati, che al primo gol subito non sanno più reagire.
E dovranno restare solo calciatori integri e convinti dal progetto, non disposti ad abbandonare la nave alla prima offerta milionaria araba o francese.
Ora arriva il tecnico della Primavera, neo-campione della Champions giovanile, che gode della stima di tutti, ma quel che potrà fare non sarà niente più che traghettare la squadra a fine stagione. Miracoli all' orizzonte non se ne vedono. Come le idee chiare di ricostruzione.
Senza basi solide si rischiano di ripetere gli errori di fine anni novanta.
Per Stramaccioni si preannuncia un arduo compito. Le referenze sono ottime da più parti, è portatore sano di 4-2-3-1 (Mourinho docet), vedremo come potrà adeguarsi ad una rosa con calciatori coetanei o quasi (J.Zanetti, Castellazzi, Orlandoni più anziani di lui, Cordoba del '76 come il neo allenatore nerazzurro).
E l' unico triplete di questa stagione sarà quello degli allenatori, con il rischio per Stramaccioni di essere l' ennesimo degli strafalcioni nerazzurri di questa stagione.

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