sabato 31 marzo 2012

GLI AZULGRANA DELLA TRINACRIA

Dopo il meritato pareggio per 1-1 con i capoclassifica del Milan (reti di Robinho e Spolli) nel primo anticipo della 31esima giornata, il Catania consolida il settimo posto nella graduatoria della Serie A.
Settima posizione veritiera di una squadra che si sta ponendo all' attenzione di tutti per il bel gioco orchestrato dalla panchina dal giovane mister Vincenzo Montella, già nell'orbita di qualche team blasonato (voci di corridoio lo vedono osservato da Lazio e Napoli).
Sono ora 8 i risultati utili consecutivi del team etneo, e ciò che più colpisce, anche alla luce di questo anticipo, è che il Catania ricerchi sempre il gioco, il fraseggio stretto, la tecnica, è una squadra che fa pressing e tiene in modo perfetto le posizioni in campo.
Ci sono sempre 2 o 3 soluzioni a disposizione del portatore di palla, o l' attaccante-boa che viene a dare il dai-e-vai per il compagno, o le veloci e piccole ali, pronte a puntare l' uomo e ad accentrarsi, o il passaggio illuminante, ora del regista, ora del difensore che imposta, ora dell' ala dai piedi buoni.
Il cross lungo è cercato raramente, solo nelle situazioni di difficoltà e a squadra avversaria tutta schierata nella metà campo difensiva.
Lo schema base è un 4-3-3 che in fase di ripiego si trasforma in un 4-5-1 con le ali mobili Gomez a sinistra e Barrientos a destra che scendono spesso a raddoppiare sull' ala avversaria.
In porta troviamo Carrizo, vecchia conoscenza argentina del nostro campionato, che in questo scorcio di stagione ha acquistato la fiducia dell' ambiente e garantisce prestazioni solide ed affidabili.
Il terzino destro è Marco Motta, in cerca di rilancio dopo l' esperienza juventina, spinge molto, sbaglia qualche cross di troppo e mostra qualche lacuna in fase difensiva, dove è fallace nel trovare i giusti tempi di intervento.
Il suo contraltare a sinistra è Marchese, tecnicamente non eccelso, ma fisicamente quadrato, pochi cross e molta gamba, generosissimo e che non sfigura affatto quando deve marcare l' uomo.
I due difensori centrali sono di stazza notevole: l' argentino Spolli e l' esperto Legrottaglie, entrambi pericolossissimi nelle situazioni di calcio da fermo, l' italiano ha qualche licenza in più di impostare le azioni da dietro, grazie ai piedi un pò più educati del compagno di reparto, che sta migliorando a vista d' occhio però. Sono due ossi duri difficili da saltare e molto concentrati.
A centrocampo troviamo il trio Lodi-Almiron e Izco.
Il regista basso è Lodi, che gioca alla Xavi o alla Pirlo, passaggi illuminanti e mai sbagliati o banali, visione di gioco e piedi eccelsi.
Almiron è la mezzala sinistra, che corre tantissimo e unisce qualità e quantità, arriva sempre stremato a fine gara. Izco è il capitano e uomo di quantità, corre, contrasta e riparte, imprescindibile per i rosso-azzurri.
Le ali offensive sono anch'esse argentine: il Papu Gomez e il Pitu Barrientos, più ala classica e dribblomane la prima, più trequartista dall' ottima visione di gioco l' altro, sono pronti a sfruttare i traversoni sul secondo palo quando si inseriscono.
Il centravanti boa è Bergessio, importantissimo per i meccanismi, è colui sul quale la squadra si basa per tener palla e dare gli uno-due alle ali o al centrocampista che si inserisce. Magari meno appariscente in zona gol, ma fa un preziosissimo lavoro di pressing per novanta minuti.
Senza dimenticare il sempre misurato direttore d' orchestra, maestro nel trovare gli equilibri in una squadra molto tecnica: Vincenzo Montella.
Ecco il quadro della squadra catanese, che mai come quest' anno sta emergendo.
Il piccolo Barcellona della Sicilia, orgoglio di una regione.

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