martedì 31 luglio 2012

PUNTO OLIMPICO N. 4

Immagine tratta da fullwist.net
Eccoci al nostro ormai consueto appuntamento con i Giochi Olimpici di Londra 2012. Vediamo chi sono stati i migliori e i peggiori di questa quarta, amara giornata di gare.
I MIGLIORI
Nasser Al-Attiyah (tiro a volo): Merita una citazione questo atleta polivalente che viene dal lontano Qatar. Giunto alla sua quinta Olimpiade, e dopo aver avuto anche l'onore di essere portabandiera a Pechino 2008, si toglie la soddisfazione di vincere finalmente una medaglia con il bronzo nello Skeet. Non sembra un cecchino se si giudica il modo in cui trema la sua carabina durante ogni tiro, ma le apparenze possono ingannare, e infatti il qatariota si dimostra freddo a sufficienza nello spareggio contro il russo Shomin, centrando tutti i piattelli e ottenendo il gradino più basso del podio. La sua carriera però non si ferma al tiro a volo: l'altra sua grande passione sono i rally, e anche lì i risultati importanti non sono mancati, visto il successo al Rally Dakar appena un anno fa. Quello che si dice essere polivalenti...
Alaaeldin Abdouelkassem (scherma): Alzi la mano chi, all'inizio degli incontri di oggi, avrebbe puntato un centesimo su questo giovanissimo fiorettista egiziano come protagonista del torneo. Una scalata a dir poco improbabile, una serie di vittorie del tutto non pronosticate e non pronosticabili, compresa quella sul nostro Andrea Cassarà ai quarti, fino a sfiorare il sogno nella finale, persa con onore contro il cinese Lei. Forse è un po' grezzo come stile, e non ha proprio il fisico del grande schermidore, ma alla fine il risultato è quello che conta e per questo ragazzo oggi ci sono solo applausi. Primo africano a disputare una finale olimpica nella scherma, in Egitto probabilmente è già diventato un eroe nazionale dopo questo argento. Insomma, una di quelle storie incredibili, belle, quasi impossibili, che solo un grande evento come le Olimpiadi possono regalare.
Ye Shiwen (nuoto): Parlando di giovani promesse e baby sorprese del nuoto, non si può non citare questa ragazzina cinese, che ad appena sedici anni ha stupito il Mondo. Pochi giorni fa, ha lasciato tutti a bocca aperta imponendosi nei 400 metri misti con un tempo stratosferico, che ha cancellato il precedente record del Mondo in quella distanza. Oggi si è confermata, vincendo l'oro nei 200 misti con un'altra grande prestazione e diventando di fatto uno dei personaggi di questa Olimpiade. Su di lei si sono sprecati fiumi e fiumi d'inchiostro, soprattutto dopo che gli americani hanno sollevato alcuni dubbi sui suoi tempi a dir poco esagerati e hanno ipotizzato il ricorso addirittura al doping genetico. La Ye non si è lasciata distrarre da tutte queste voci, ha mantenuto la lucidità necessaria e in vasca ha zittito tutti i critici, dimostrando che il carattere non le manca di certo.
Michael Phelps (nuoto): Vista l'età media dei suoi rivali più agguerriti in vasca, con i suoi 27 anni bisognerebbe quasi considerarlo un veterano del nuoto. Autentico cannibale e uomo-copertina quattro anni fa a Pechino con le sue 8 medaglie d'oro, in queste Olimpiadi non stava facendo grandi cose: sconfitto da Lochte e fuori dal podio nei 200 stile, secondo nella staffetta 4x100 stile dietro la Francia, oggi battuto in volata dal sudafricano Le Clos nei 200 farfalla. Poi, nell'ultima gara di giornata, è arrivato il guizzo del campione, che gli è valso l'oro nella staffetta 4x200 stile e un posto d'onore nella storia. Con questa vittoria diventa l'atleta con il maggior numero di medaglie olimpiche nella storia: 19, di cui ben 15 d'oro. Un record straordinario, che cancella in parte le delusioni degli ultimi tempi e lo consacra come uno dei più grandi nuotatori di sempre. Ed è anche un messaggio per i suoi giovani rivali: il re non vuole abdicare, almeno non così facilmente.
I PEGGIORI
Filippo Magnini (nuoto): Due giorni fa la sfuriata contro i compagni di squadra dopo la qualificazione alla finale di staffetta conquistata all'ultimo respiro, oggi le critiche e le polemiche per una prestazione che non fa felice nessuno, lui in primis. Re Magno non è più lui, dopo la vittoria agli Europei che aveva illuso tutti è arrivato un desolante diciannovesimo posto nelle batterie dei 100 stile, in quella che è sempre stata la sua gara. I 30 anni compiuti possono incidere di certo nelle prestazioni del pesarese, che si confronta con avversari sempre più giovani e affamati di successi, ma dal capitano della squadra di nuoto azzurro ci si aspetta sempre di più. Soprattutto, non sono piaciute le accuse contro tutto e tutti per la preparazione atletica, che forse è stata sbagliata. I panni sporchi bisognerebbe sempre lavarli in famiglia, e un atleta così esperto dovrebbe saperlo bene.
Squadra russa (ginnastica artistica): Sia chiaro, vincere la medaglia d'oro contro la temibile e fortissima formazione statunitense era un'impresa più che difficile per chiunque, e in queste condizioni si può parlare a ragione di un argento vinto. Bisogna anche dire, però, che le giovani atlete russe sono state in gara per tutta la competizione, rispondendo colpo su colpo alle prestazioni delle americane e dando anche l'impressione di poter fare il miracolo. Tutto vanificato nell'ultimo esercizio, il corpo libero, quando prima la Grishina e poi la Afanaseva hanno commesso degli errori che, seppur poco penalizzati dalla giuria, hanno cancellato i sogni d'oro delle russe. Il loro pianto, al momento del verdetto finale, la dice lunga su quanto la vittoria fosse, come mai prima d'ora, alla loro portata.
Fioretto maschile (scherma): Per un po' abbiamo sperato che i nostri portacolori potessero eguagliare la tripletta delle loro colleghe. Sogno svanito troppo presto, che anzi si è tramutato in un incubo con il passare delle ore. Prima l'eliminazione di Valerio Aspromonte e di Andrea Cassarà, rispettivamente numeri 2 e 1 al Mondo nella specialità, nei quarti, poi la doppia sconfitta di Andrea Baldini, che ha perso sia la semifinale sia la finale per il bronzo. Una grande delusione per la scherma azzurra, che sperava di rimpinguare il suo medagliere e invece si ritrova con un pugno di mosche in mano. La stanchezza per i match ravvicinati ha inciso di certo, ma non si può imputare a questo la sconfitta dei nostri contro avversari che apparivano decisamente alla portata. Speriamo che la prova a squadre rimetta a posto le cose.
Federica Pellegrini (nuoto): Spiace inserire per la seconda volta quella che è la nostra indiscussa regina del nuoto tra i peggiori di giornata. Ci aspettavamo una reazione d'orgoglio e di grinta dopo i 400 stile conclusi al quinto posto, sognavamo una vittoria in quella che è da sempre la sua gara, i 200 stile. Forse ci siamo illusi, abbiamo dimenticato che nello sport niente si ottiene per caso, che il talento non basta quando la forma fisica e la testa non girano a dovere. Per Federica è arrivato un altro amarissimo quinto posto, e questo fa male davvero, perché ci toglie una grossa speranza di vittoria e ridimensiona un po' le nostre pretese di essere una grande potenza del nuoto. La scarsa forma mostrata da quasi tutti gli atleti in vasca può essere un alibi, ma certo non ci si può attaccare solo a questo, e anche gli attacchi alla vita privata della Pellegrini e del suo fidanzato Magnini sono solo chiacchiere inutili. Ora forse si prenderà un anno di pausa, speriamo che serva per farla tornare la campionessa che conosciamo.

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