giovedì 28 giugno 2012

FURIE ROTTE

Immagine tratta da sportmediaset.it e modificata su cartoonize.net


La Spagna accede alla finale di Kiev. Domenica affronterà la vincente di Italia-Germania, ma dopo la partita di stasera, fa meno paura.
Massimo rispetto per i Campioni del Mondo e d' Europa in carica, però sembra che qualcosa cominci a scricchiolare tra le fila dell' invincibile armata spazzatutto che appariva la Spagna ad inizio torneo.
La vera Spagna si è vista solo contro l' Irlanda, che in fin dei conti ha fatto 3 sconfitte su 3, e con la Francia. Ma questa partita non fa molto testo, perchè i bleus hanno rinunciato totalmente ad ogni tentativo di offesa, più impauriti dal blasone che del gioco espresso dagli iberici. 
Con l' Italia all' esordio, l' equipo ha avuto più possesso palla ma ha sofferto le ripartenze azzurre e la tenacia dei centrocampisti azzurri, con la Croazia l' ha salvata un super Casillas e una rete su una delle sporadiche apparizioni nell' area avversaria.
Oggi nel derby con il Portogallo, la squadra non è riuscita a dettare il suo fraseggio stretto. Si è resa pericolosa ad inizio match e per pochi minuti nei supplementari.
Non ha mai dato l' idea di dominio assoluto, come era suo solito.
Xavi è stanco, si nota. La squadra si è un pò sfaldata, il Portogallo ben messo in campo ha costretto Casillas ai lanci lunghi e i delanteros spagnoli a soluzioni personali che sbattevano contro il muro difensivo lusitano.
La Spagna fa meno paura, non è più un' armata invincibile. E' sembrata addirittura meno squadra. Il ballottaggio Torres-Fabregas, poi vinto inaspettatamente da Negredo, fa capire che anche il paziente Del Bosque è ancora alla ricerca di una formula vincente soddisfacente.
Più che la difesa, indicata da tutti come il punto debole, è il centrocampo ora il tallone d' Achille. Non per uomini e qualità, ma piuttosto per stanchezza: Busquets, Xavi, Xavi Alonso son tornati sulla terra e hanno la lingua a penzoloni, dopo 60 partite stagionali.
I panzer tedeschi son pronti col ritmo e la freschezza a spazzarli via.
E così anche i frizzanti azzurri, che studiano il tichi-taque rivisto in salsa italiana, guidati dal maestro di calcio Pirlo.
Qualunque inno suonerà, oltre a quello spagnolo, domenica a Kiev, potrà giocarsela a testa alta, conscio che questa Spagna è sempre forte, ma forse meno invincibile delle ultime versioni che hanno affascinato il Mondo intero.

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne pensi?