martedì 5 giugno 2012

5/06/1999: LA CADUTA DEL PIRATA

Immagine tratta da cyclingtime.it

5 giugno 1999, un giorno che tutti gli appassionati di ciclismo italiani ricordano da sempre con enorme dispiacere: fu proprio 13 anni fa, infatti, che si concluse di fatto la carriera di Marco Pantani, indimenticabile campione che aveva infiammato come pochi l'animo di tantissimi tifosi, e aveva riportato l'Italia della bicicletta in cima al Mondo.
E' la vigilia della penultima tappa del Giro d'Italia '99, che va da Madonna di Campiglio ad Aprica. Pantani ha vinto già 4 tappe nella corsa, tra cui le ultime due consecutive, e con l'inizio delle montagne si è prepotentemente impossessato della maglia rosa, che indossa con oltre 5 minuti di vantaggio su Paolo Savoldelli. Il Pirata è reduce dal suo anno magico, che l'ha visto arrivare in rosa a Milano e in giallo a Parigi, primo italiano a riuscire nel bis dai tempi di Fausto Coppi, ed è semplicemente inarrestabile. Gli anni giovanili con infortuni a ripetizione e tanta sfortuna sembrano definitivamente dimenticati, le strade sono piene di suoi fan, tutta l'Italia si stringe intorno al suo nuovo campione.
Poi, in quella maledetta mattina, tutte le agenzie ANSA battono l'incredibile notizia: Marco Pantani è stato escluso dal Giro. Da alcune analisi, risulta infatti che il livello di globuli rossi nel sangue del Pirata sia più alto del normale, con l'ematocrito che fa registrare un valore del 52%, oltre il margine di tolleranza dell'1% rispetto al limite consentito dal regolamento (50%). La pena è una sospensione di 15 giorni, il che significa addio Giro d'Italia, addio maglia rosa, e in un certo senso addio carriera. La reazione del Pirata è un misto di furore e delusione: spacca un vetro nell'albergo che lo ospita, e dichiara ai giornalisti che moralmente ha toccato il fondo e che "rialzarsi sarà molto difficile." Di fatto, non è condannato per doping (saranno altri in seguito a lanciare accuse di questo genere nei suoi confronti), ma la voce di un campione non-pulito si diffonde rapidamente e incrina la popolarità e l'immagine del ciclista, oltre a ferire profondamente l'animo complesso di un uomo difficile, dal carattere troppo fragile per sostenere il peso che gli cade addosso. C'è sempre il Tour per un pronto riscatto, ma Pantani non ha la forza per pensare di prendervi parte, si chiude in casa, accerchiato dai media e dai giornalisti, e mette da parte la bicicletta, che finora era sempre stata la sua più grande fonte di soddisfazioni. Preda della depressione, il vecchio campione comincia ad avvicinarsi pericolosamente al mondo della cocaina, che alla fine gli sarà fatale.
Il resto purtroppo è storia: alcuni tentativi di tornare grande, il più importante nell'estate del 2000, quando duella con Armstrong sulle strade del Tour e per qualche giorno sembra di nuovo il vecchio Pirata. Un'illusione, le prestazioni al Giro sono sempre deludenti, al Tour non lo vogliono più, nuove accuse si addensano sulla sua testa, nei processi viene dapprima condannato e poi assolto. Il morale di Pantani è sempre più basso, l'atleta di un tempo cade in depressione e si lascia andare all'alcol e alla cocaina, entrando in un vortice da cui nessuno riesce più a tirarlo fuori. Fino a quel tragico 14 febbraio 2004, quando viene ritrovato senza vita in un residence di Rimini, stroncato dalle conseguenze di un'overdose.
E' la triste conclusione di una carriera e di una vita tormentate, difficili, fatte di momenti esaltanti e di picchi di debolezza e dolore, di vittorie importanti e di cocenti sconfitte. In molti hanno sempre sostenuto che quel maledetto 5 giugno 1999, a Madonna di Campiglio, qualcuno tramò alle spalle di Pantani per metterlo fuori gioco, per punire un campione che stava diventando troppo ingombrante, o semplicemente per dare un segno nella lotta al doping, che in quegli anni stava emergendo con prepotenza e andava colpito con la massima severità. Tante parole, tutte teorie che finora non hanno trovato un riscontro sicuro, ombre che difficilmente potranno essere chiarite in futuro. L'unica cosa certa è che quel giorno qualcosa si ruppe nella testa di Pantani, che allora iniziò la sua lenta e dolorosa discesa nell'abisso. A Madonna di Campiglio, il Pirata svestì definitivamente i suoi panni da eroe, si riscoprì un uomo solo e nudo, alla mercé dei suoi nemici, e la sua vita si perse per sempre.

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