domenica 3 giugno 2012

TANTI AUGURI, MISTER!

Immagine tratta da gazzetta.it

Ci sono momenti in cui la storia e la leggenda sembrano fondersi, nel raccontare episodi tanto incredibili quanto decisivi per la nascita di un mito dello sport. Capita ad esempio che un ragazzino di 12 anni, colpito alla mano da un proiettile durante la Seconda Guerra Mondiale, venga indirizzato dai medici a praticare il basket per la riabilitazione e divenga uno dei più grandi di sempre nella storia di questo sport. Quel bambino si chiamava, e si chiama, Alessandro Gamba, per tutti Sandro, e proprio oggi, 3 giugno 2012, festeggia gli 80 anni di vita. 
Pallottola o no, Sandro si appassiona alla palla a spicchi fin da ragazzino, esordendo nella serie A italiana con la maglia dell'Olimpia Milano, squadra in cui giocherà ininterrottamente per 13 anni; sul campo, conquista ben 10 scudetti, e ha l'onore di indossare la maglia azzurra anche nelle Olimpiadi casalinghe di Roma del 1960. La parte più importante e gloriosa della sua carriera, però, inizia nel 1963, anno in cui decide di lasciare il gioco per diventare allenatore. Rimane a Milano, dove per molte stagioni ricopre il ruolo di vice del mitico Cesare Rubini, suo vecchio compagno di squadra, e partecipa ai successi italiani ed europei della mitica Simmenthal. Nel 1973, finalmente maturo, diventa allenatore di una delle rivali storiche di Milano, la Varese di Dino Meneghin, Bob Morse e Aldo Ossola, con cui vince due scudetti e due Coppe dei Campioni, dimostrando di essere uno dei migliori nel suo ruolo. 
Dopo essersi trasferito per alcune stagioni a Torino, che riporta in serie A, nel 1979 assume l'incarico più importante della sua carriera: la guida della Nazionale Italiana, in sostituzione di un altro mito della panchina, Giancarlo Primo. L'eredità è importante, perché la squadra ha raggiunto ottimi risultati sia a livello europeo che mondiale, e il gruppo dispone di ottimi giocatori come Meneghin, Villalta, Sacchetti e Marzorati, cui si aggiungono in seguito i giovani Riva e Brunamonti. Sotto la guida di Gamba, gli azzurri compiono il definitivo salto di qualità, entrando nella storia come una delle migliori squadre di sempre nella storia della palla a spicchi, e centrando successi che poche volte in futuro verranno eguagliati. Nell'Olimpiade di Mosca del 1980, l'Italia ottiene una storica medaglia d'argento (sfruttando anche l'assenza dei fortissimi americani), e tre anni dopo a Nantes si aggiudica il Campionato Europeo, battendo avversari durissimi come la temibile Yugoslavia e la Spagna in finale. 
Il ciclo si chiude nel 1985 con un'altra medaglia, stavolta di bronzo, poi Gamba cede la panchina a Valerio Bianchini e torna ad allenare in serie A, stavolta alla Virtus Bologna. E' una parentesi breve e senza successi, la crisi della Nazionale lo richiama al suo posto solo due anni dopo, ma il ritorno non è fortunato come in passato: arriva l'argento agli Europei casalinghi del 1991, ma per ben due volte viene fallita la qualificazione olimpica. Così il tecnico lascia definitivamente gli Azzurri, sostituito dal giovane emergente Ettore Messina, suo vice nel biennio a Bologna. In totale, sotto la sua gestione la Nazionale ha partecipato a 7 Europei, 2 Olimpiadi e 1 Mondiale, ottenendo un oro, due argenti e un bronzo. Con oltre 400 panchine, Gamba è l'allenatore con più presenze da tecnico azzurro. In riconoscimento di questi strepitosi risultati, nel 2006 è entrato a far parte della prestigiosissima Hall of Fame, che include i più grandi personaggi di sempre nella storia del basket mondiale, dove fa compagnia al suo grande maestro Rubini e al suo vecchio giocatore Meneghin, capitano della sua Italia vincente. 
Oggi, come detto, il mitico Sandro festeggia l'importante traguardo degli 80 anni di vita. Fa piacere celebrare una grande icona del basket come lui, soprattutto in un periodo difficile come questo per la nostra Nazionale, reduce da una serie di cocenti delusioni a livello europeo e mondiale. Intanto, rimaniamo fiduciosi per una pronta ripresa della nostra squadra nell'immediato futuro, e a distanza di tanti anni continuiamo a "benedire" quel proiettile che ha trasformato un dodicenne di Milano in uno dei più grandi allenatori italiani di sempre.

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne pensi?