giovedì 10 maggio 2012

EUROPA LEAGUE: GIUDIZI...FINALI!

Immagine tratta da bettingisland.it

Di seguito, ecco un breve e personale giudizio su alcuni dei protagonisti, in positivo e in negativo, della finale di Europa League che si è giocata ieri sera.
IL PERSONAGGIO: L'aveva detto il giorno in cui si era presentato alla sua nuova squadra:"Voglio arrivare alla finale di Bucarest e alzare la Coppa per i miei nuovi tifosi." Evidentemente, Radamel Falcao Garcia ha un feeling speciale con l'Europa League, ed era più che sicuro che anche quest'anno avrebbe lasciato il segno in questa competizione. Capocannoniere e uomo decisivo per il secondo anno consecutivo, dopo aver trascinato il Porto di Villas Boas si è ripetuto con l'Atletico Madrid di Simeone, segnando 12 gol e soprattutto una doppietta nella finalissima. E anche nella Liga ha fatto la sua parte: con 23 centri precede attaccanti forti come Higuain e Benzema, e senza i due marziani Messi e Cristiano Ronaldo sarebbe forse diventato Pichichi. Costato 40 milioni di euro ai colchoneros, ora il suo prezzo è salito a 50, e li vale davvero tutti. Bomber di razza.
IL DISASTRO: Questa finale ritornerà spesso nei suoi incubi peggiori, e più volte si ritroverà davanti Falcao e Diego che lo saltano e vanno a segnare. Non è stata decisamente la serata giusta per il povero Fernando Amorebieta, venezuelano di nascita ma basco per parte di padre. C'è il suo zampino, in negativo, in tutte le marcature dell'Atletico: sul primo gol lascia troppo spazio a Falcao, sul secondo perde il pallone che innesca il contropiede avversario, e sul terzo viene saltato da Diego come un birillo. Costretto a giocare più palloni del solito per colpa del pressing avversario sui compagni De Marcos e Herrera, dimostra di non avere i piedi adatti per farlo, e da forse la mazzata decisiva ai compagni con l'errore sul secondo gol. Calamità naturale.
LA RIVINCITA: Dopo la Juventus, anche il Wolfsburg si era liberato in tutta fretta di lui, e tanti pensavano che la sua carriera fosse già ad un bivio decisivo. Ma lui, Diego Ribas da Cunha, per tutti Diego, non si è fatto intimidire, e con il trasferimento a Madrid sembra aver ritrovato la condizione e la voglia dei tempi migliori, quando tutti vedevano in lui un futuro campione. Ha segnato di meno degli altri anni, ma i suoi gol sono sempre stati pesanti, come quello di ieri che ha chiuso la partita, e nel modulo di Simeone sembra aver trovato la sua posizione migliore in campo. Dopo la finale saltata e persa nel 2009 con il Werder Brema (era squalificato), si è riscattato alla grande. A volte ritornano.
IL TALENTINO: Ieri non è riuscito a lasciare il segno, ma tutti parlano di lui come di uno dei migliori talenti in circolazione. Iker Muniain ha disputato un'ottima stagione sia in Spagna che in Europa, segnando gol pesanti come quello in casa dello United e dello Schalke, e ha contribuito alla conquista della finale. Esterno offensivo dotato di un ottimo tocco di palla e di una classe cristallina, a nemmeno 20 anni ha già esordito in Nazionale, e tanti club europei hanno messo gli occhi addosso a lui. Grande promessa fin dal suo esordio in maglia basca ad appena 16 anni, sta a lui dimostrare tutte le sue qualità anche nei prossimi anni. Golden boy.
IL VINCITORE: Passare nel giro di un anno dalla salvezza in Italia alla conquista dell'Europa League. Il vero trionfatore ieri sera è stato lui, Diego Pablo Simeone, grande protagonista come giocatore nella nostra serie A e pronto ad una brillante carriera come allenatore. Diventato il tecnico dei colchoneros a dicembre dopo l'esonero di Manzano, ha condotto la squadra a questo grande successo e sta provando anche l'impresa di ottenere la qualificazione alla prossima Champions League. Terzo in assoluto a vincere la coppa sia da giocatore che da allenatore, ha saputo leggere la partita alla grande, bloccando le fonti di gioco avversario e dimostrandosi superiore al suo vecchio maestro Bielsa. In assoluto, il merito della rinascita di un gruppo che fino a dicembre sembrava allo sbaraglio è tutto del Cholo. Condottiero.
L'ETERNO SECONDO: Dopo Hector Cuper, ecco un altro argentino che delude le attese ogni volta che arriva il momento di vincere. Dopo aver perso una finale di Copa Libertadores e una Copa America, Marcelo Bielsa fallisce anche in questa Europa League, battuto dal suo giovane allievo Simeone, capitano quando lui era il c.t. della Seleccion ai tempi del deludente Mondiale del 2002. Sebbene sia stato accostato a molte grandi squadre, anche italiane, il Loco non riesce davvero a togliersi di dosso l'etichetta di perdente, a dispetto dell'ottimo gioco mostrato dalla sua squadra in questa competizione e nella stagione in genere. Ha un'altra occasione per rifarsi, la finale di Copa del Rey, ma di fronte ci sarà il Barcellona di Messi e Guardiola, non proprio l'avversario migliore per chi è in cerca di gloria. Raymond Poulidor.

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