martedì 8 maggio 2012

8 MAGGIO 1982


"Se è vero che la vita di un essere umano è come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l' attore protagonista e lo sceneggiatore del mio modo di vivere".                                                                        -Gilles Villeneuve-

Immagine tratta da freeforumzone.leonardo.it 
C'era una volta nel lontano Canada un ragazzo chiamato Gilles. Nacque qualche decina di anni fa, nel 1950. Era un ragazzo un pò particolare, quello che ora chiameremmo una testa calda. Amava andare al massimo con qualunque mezzo, su qualunque motore.
Era piccolo Gilles, solo 1 metro e 56, ma ai motori questo non importa. 
Sì, era 50 chili scarsi, ma aveva il piede più pesante di tutti. E un cuore, un cuore infinito.
Iniziò a correre sempre velocissimo sulle motoslitte, divenne Campione del Mondo delle Motoslitte, un titolo che ognuno di noi ignora che esista, nel 1970. Poi la vita scorre veloce come un film e come le favole, Formula Ford, Formula Atlantic, e Formula Uno, sempre con sbandate, testacoda, duelli corpo a corpo. Perchè lui correva così, sentendo l' avversario vicino, sentendo l' asfalto vicino, sfidando quel filo invisibile che si chiama limite.
La Formula Uno arrivò un pò tardi a dire il vero, a 27 anni, e per una gara soltanto, in Mc Laren, Gp d' Inghilterra 1977, vinse il premio di Driver of the Day pur arrivando 11°. Ma il divorzio tra Niki Lauda ed il commendator Ferrari lo pose immediatamente sulla Rossa.
Gilles, quando arrivò la telefonata da Maranello, non poteva credere alle sue orecchie: poteva la squadra più famosa del mondo cercare proprio lui, sconosciuto, a 27 anni? Sì Gilles, a 27 anni dovevi salire sulla Ferrari, perchè il 27 è il numero con cui tutti ti ricorderanno.
Enzo Ferrari vide oltre, parlò con te e si convinse subito, sì qualche referenza era arrivata, ma lui voleva conoscere l' uomo prima che il pilota. E non ebbe dubbi.
Gilles sposò il motore e la macchina più bella del mondo: la Ferrari. Fu il suo unico amore, per 5 anni. Intensi, vivi, spettacolari. Divenne il pilota più famoso del mondo. Non vincendo mai il mondiale. Vincendo solo 6 gran premi in 5 stagioni, ottenendo solo 2 pole position. Ma era nel cuore di tutti.
Immagine tratta da it-it.facebook.com 
Il famoso settimanale americano Time gli dedicò la copertina, un fatto mai più accaduto.
E ha firmato delle imprese leggendarie. Il 1978 fu un anno di apprendistato, per forgiare il carattere sotto una marea di critiche, le critiche di chi lo chiamava Aviatore perchè distruggeva le macchine e non otteneva risultati. Ma la prima vittoria arriva nell' ultima gara dell' anno, nel suo Canada, su un circuito che porta il suo nome ora. Nel 1979 fu protagonista del duello più bello della storia della F1, quello con la Renault di Arnoux, per il secondo posto, ma ancor oggi, chi si ricorda di chi arrivò primo? A Zandvoort sempre nello stesso anno, fece un giro danzante con la sua Ferrari ormai su 3 ruote: era già un idolo.
In lui si rivedeva il coraggio, la pazzia, la spregiudicatezza, l' invincibilità dei pionieri dell' automobilismo.
Montecarlo 1981, vince una gara incredibile in rimonta. E che sorpasso all' interno poco prima della S.ta Devote.
E Jarama, l' ultima vittoria? Tiene dietro un trenino di 5 vetture più veloci di lui, mai una sbavatura, mai un errore.
E nel suo Canada? Sotto il diluvio e con l' alettone alzato proprio davanti al casco a guidare come un matto, sempre più veloce, tenendo sempre la macchina in strada, lottando come un pazzo, arrivando 3°.
Nel mezzo, una scia di botti pesanti, di testacoda, di voli, di piroette, con Gilles che usciva sempre come un eroe dalle carcasse fumanti. Sempre nel 1981 sfida persino un caccia dell' aeronautica con la sua Ferrari e vince la sfida di accelerazione sul chilometro.
E poi nel 1982, 30 anni fa esatti, il destino chiese il conto: Zolder, l' aviatore lascia la F1 per entrare nella storia. Per essere raccontato come una favola, come l'eroe più coraggioso della storia dell' automobile. Come quelle storie affascinanti che avvicinano i bambini allo sport.

Immagine tratta da motorsportblog.it
"Gilles con la sua generosità, con il suo ardimento, con la sua capacità distruttiva che aveva nel pilotare le macchine macinando semiassi, cambi di velocità, frizioni, freni, ci insegnava cosa bisognava fare affinché un pilota potesse difendersi in un momento imprevedibile, in uno stato di necessità. È stato un campione di combattività ed ha regalato tanta notorietà alla Ferrari. Io gli volevo bene."                                                             
                                                                                                                 -Enzo Ferrari-                                                                                            
                                                                                                                      

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